Come gestire la rabbia e i capricci del vostro bambino? Come gestire i conflitti con i vostri figli?
Sintonizzarsi con un figlio, amarlo, aiutarlo e stargli accanto non significa solamente sentire ed accogliere le sue richieste, ma anche sentire il suo profondo bisogno di confini. La ricerca scientifica più avanzata ha dimostrato che i “no” fanno davvero crescere. Anche a livello neurofisiologico, dal primo anno di vita fino all’adolescenza, le regole, accanto all'accoglienza e alla vicinanza emotiva, costituiscono ingredienti necessari per una sana crescita.
Accoglienza e confini, se somministrati in modo opportuno, tracciano nel cervello le vie nervose che collegano la potenza al controllo, favorendo nei figli autonomia e autostima, sicurezza e competenze sociali, capacità relazionali ed equilibrio.
Crescere senza regole è un vero problema.
Educare i figli a gestire il loro mondo interno, trasformando le pulsioni in emozioni, è un vaccino vero e proprio.
ROSANNA SCHIRALLI Psicologa e psicoterapeuta. Si occupa da molti anni, presso il suo studio di Viterbo, di terapia del disagio dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie. Ha pubblicato numerosi testi per genitori e insegnanti con le maggiori case editrici italiane. Nel 2004 ha vinto il premio Ukmar per la neuropsichiatria infantile e la ricerca nell'ambito del rapporto educativo. Conduce attività di formazione per genitori e docenti in varie parti d'Italia.
Il filosofo Aristotele sosteneva che noi siamo ciò che facciamo e che quindi l'eccellenza morale, come i vizi e le debolezze, sono soprattutto frutto dell'abitudine. E' compiendo azioni giuste che diventiamo giusti, con azioni violente diventiamo violenti, praticando disciplina diventiamo disciplinati. Dunque noi creiamo le nostre abitudini e poi le nostre abitudini, buone o cattive, creano noi. La prima fonte di abitudini sono tuttavia i genitori, con le loro proprie abitudini e i loro modi di stare al mondo e nelle relazioni. Ma quali sono le basi cerebrali delle abitudini, da quali meccanismi del cervello dipendono e che rapporto hanno con i sistemi cerebrali delle emozioni? Che indicazioni pratiche possono dare le neuroscienze per provare a costruire meglio le abitudini, a modificare quelle indesiderate e dannose o a crearne altre che riteniamo utili o salutari?
L'incontro tenterà di rispondere a questi interrogativi a partire dai più recenti studi sul cervello e suggerendo anche qualche facile esercizio
STEFANO CANALI Stefano Canali insegna alla Scuola Superiore di Studi Avanzati, presso l’area neuroscienze e il Laboratorio interdisciplinare, dove coordina la Scuola di Neuroetica. I suoi interessi di ricerca si concentrano sulla filosofia delle neuroscienze e la neuroetica, in particolare il caso delle dipendenze, tema su cui ha scritto circa un centinaio di lavori. Si occupa anche di comunicazione delle neuroscienze. Ha realizzato mostre, documentari e docufilm sul cervello, le emozioni, le dipendenze e l'ADHD tradotti in più lingue.
La violenza trova spesso spazio nei media “tradizionali”, come televisione, carta stampata, cinema, e nei nuovi media, come smartphone, videogiochi, tablet, internet. I giovani, anche più degli adulti, sono grandi “consumatori” di media, hanno facile accesso all’information and communication technology (tecnologie dell’informazione e della comunicazione), ne conoscono le regole, i segreti e le chiavi di accesso. Immersi nella realtà virtuale possono però correre il rischio di non vederne i pericoli, di oltrepassare il limite, di esercitare comportamenti virtuali che hanno conseguenze poi reali.
Questa serata si propone di analizzare con i genitori alcuni rischi legati all’uso dei media, in particolare indagando il legame tra strumenti mediatici e violenza. Una violenza che può essere osservata, come accade quando ci si trova a guardare alcuni film o trasmissioni televisive; ascoltata, nei testi delle canzoni di interpreti anche famosi; mimata, in molti video musicali; proposta come modello vincente in alcuni videogiochi, diffusi soprattutto tra bambini e ragazzi maschi. La violenza tramite i media può essere anche imposta soprattutto alle bambine e alle ragazze a cui vengono attribuiti modelli femminili sempre più seducenti e inappropriati per l’età, in televisione, nelle riviste, nella pubblicità, su internet.
Quanto osservare questi modelli può contribuire ad accettare la violenza, a trovarla normale? Cosa possono fare gli adulti, genitori o insegnanti, per metterli in discussione con bambine e bambine, o con ragazzi e ragazze adolescenti?
Il legame tra media e violenza può essere anche più diretto. Nei nuovi media infatti la violenza può essere esercitata e/o subita in prima persona, come riporta spesso la cronaca descrivendo i casi di cyberbullismo e di molestie sessuali che si verificano tra coetanei ma anche ad opera di persone adulte negli ambienti del web e della nuova telefonia.
Quale educazione alla consapevolezza è necessario trasmettere, e con quali modalità? L’incontro si propone di rispondere a questi quesiti, nel confronto con i genitori, primi modelli di comportamento per bambini/e e ragazzi/e e in grado di educare ad un uso più responsabile dei media, senza demonizzarli ma individuandone potenzialità e criticità.
PATRIZIA ROMITO Patrizia Romito, psicologa, Professore associato presso il Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Trieste, da anni si occupa di violenza su donne, minori e nelle giovani coppie. Ha sviluppato importanti collaborazioni a livello internazionale e ha curato numerosi articoli e testi su questi temi, in alcuni casi tradotti in più lingue.
LUCIA BELTRAMINI Lucia Beltramini, psicologa e dottoranda di ricerca presso la facoltà di Psicologia dell'Università di Trieste, da anni si occupa dei temi della violenza. Ha partecipato alla ricerca “Ragazzi e ragazze nel Friuli Venezia Giulia: rapporti di genere, esperienze e percezioni di violenza”, ed è interessata alla prevenzione della violenza nelle giovani coppie di adolescenti. Nella sua ricerca di dottorato, sta analizzando i meccanismi della violenza tra uomini nei contesti militare e sportivo. Ama correre e nuotare, viaggiare, leggere ed andare al cinema.
Viviamo nel tempo della dissoluzione della potenza della tradizione e in questo tempo nessun insegnante può più vivere di rendita. Quando un insegnante entra in aula (o quando un padre prende la parola in famiglia), deve ogni volta guadagnare il silenzio che onora la sua parola, non potendosi più appoggiare sulla forza della tradizione, ma facendo appello alla sola forza dei suoi atti.
Nell’epoca dell’indebolimento generalizzato di ogni autorità simbolica è ancora possibile una parola degna di rispetto? Cosa può restare della parola di un insegnante o di un padre nel tempo della loro evaporazione?
L’incontro è dedicato alla pratica dell’insegnamento, il relatore riflette sul significato di essere insegnanti in una società senza padri e senza maestri, svelandoci come un bravo insegnante sia colui che sa fare esistere nuovi mondi, che sa fare del sapere un oggetto del desiderio in grado di mettere in moto la vita e di allargarne l’orizzonte. È il piccolo miracolo che può avvenire nell’ora di lezione: l’oggetto del sapere si trasforma in un oggetto erotico, il libro in un corpo.
Un elogio dell’insegnamento che non può accontentarsi di essere ridotto a trasmettere informazioni e competenze. Un elogio della stortura della vite che non deve essere raddrizzata ma coltivata con cura e riconquistata nella sua singolare bellezza.
MASSIMO RECALCATI Massimo Recalcati è uno degli psicoanalisti lacaniani più noti in Italia. Insegna all’Università di Pavia. è fondatore di Jonas Onlus : centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi e Direttore Scientifico della Scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA. Ha svolto attività di supervisore clinico presso diverse istituzioni sanitarie. Tra le sue numerose pubblicazioni, tradotte in diverse lingue, ricordiamo: Clinica del vuoto: anoressie, dipendenze e psicosi (Franco Angeli, 2002), Elogio dell’inconscio (Bruno Mondadori 2008), L’uomo senza inconscio. Nuove forme della clinica psicoanalitica (Raffaello Cortina 2010), Cosa Resta del Padre. La paternità nell’epoca ipermoderna (Raffaello Cortina, Milano 2011), Ritratti del desiderio (Raffaello Cortina, Milano 2012), Jacques Lacan. Desiderio, godimento e soggettivazione (Raffaello Cortina, Milano 2012), Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre (Feltrinelli Editori, Milano 2013), Patria senza padri. Psicopatologia della politica italiana (Minimum fax, Roma 2013), Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa (Raffaello Cortina , Milano 2014), L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento (Einaudi , Torino 2014). Dal 2014 dirige per Feltrinelli la Collana Eredi. Collabora con diverse riviste specializzate italiane e internazionali e con le pagine culturali de La Repubblica.
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Gli incontri si terranno dalle ore 20.30 alle 22.30, presso l’Aula Magna Edificio H3, Università Centrale, Piazzale Europa 1, Trieste